

Nel 1864 finalmente ritornò a Napoli. L’assenza di Lina era immensa ma era serena nell’aspetto, niente traspariva dal volto. Diceva: Il dolore ha il suo pudore! In città Teresa fu molto attiva con il nobile Alfonso Casanova in numerose iniziative filantropiche di raccolta fondi, organizzazione di mense, assistenza sanitaria per poveri, derelitti, malati e affamati. Ma in ogni bambino, in ogni fanciulla, in ogni orfanella a cui dava soccorso vedeva sempre la sua Lina. Questo desiderio di rinnovare il ricordo della figlia la spronava verso continue opere di carità. E Mamma la chiamavano i poveri di Napoli. Così fondò un ospedale ortopedico per bambini nel 1880, l’Ospedale Lina.
Teresa era anche brillante scrittrice, sapeva che le parole scritte possono servire a nobili cause. Così narrò i ricordi privati nel diario Lina e poi nel libro Come nacque il mio ospedale. Scrisse inoltre Storia della Carità Napoletana, Paolina Craven e la sua famiglia, Napoli nella sua Carità, Storia delle Confraternite Napoletane, La Carità nell’Isola d’Ischia. Tutto per aiutare gli altri. E sul Primo volume della Storia della Carità Napoletana c’è una sua dedica a chi l’ispirò nella missione di beneficenza: Alla memoria della mia Lina che un dì mi disse mentre io piangevo il suo martirio: Mamma! Sono tanti i poveri che soffrono!