

A Villa Borghese dai venditori di fiori, Lina giocava tra fontane e busti, chiedendo a Teresa e Paolina dei nomi che vedeva scolpiti sulle colonne in pietra; così le narrarono della storia di Roma.
Inizialmente re, poi repubbliche e infine imperi spietati e crudeli. Conquistavano i popoli con guerre e sottomissioni, spesso rendendoli schiavi. Eserciti e navi che dominavano il mondo allora conosciuto, dove tutti temevano la forza di Roma. Grandi strade e opere ingegneristiche stupende. Civiltà, cultura e amministrazione pubblica. Giurisprudenza e medicina. Arte, sfarzo e grandezza. Poi la decadenza e la fine di Roma, che rinacque lentamente nel segno del Cristianesimo.
Ma dopo tanta erudizione improvvisamente la serenità! La poesia di Roma finalmente trionfò su millenni di storia. Come un sogno che si dona per l’emozione, la luce rossa del tramonto! E moltitudini di tetti, cupole e campanili che si armonizzavano nel respiro dell’anima. Uno scenario da favola. Questa è la Città Eterna! A colazione servirono latte e caffè, pane imburrato, biscotti e marmellate. Lina domandò a Paolina: Preferisci Roma o Napoli? E lei: Ma chère! Roma è la città dei Cristiani. Ma a Napoli esistono creature come Lina e la sua mamma! E Lina la baciò con emozione sulla guancia: Ed io, indovina? Io amo Parigi, dov’è nata ma Pauline chère!