

Il termine Albergo dei nobili apparve in Italia nel Medioevo, indicava delle consorterie aristocratiche che tutelavano i loro interessi con la possibilità di unire diverse famiglie di acclamata stirpe per consolidare il loro potere economico e garantire così prestigio e successione dinastica riconosciuta da Impero e Papato. Tutto ciò derivava dalla necessità di reagire ai ricchi mercanti che già erano il seme della futura borghesia, e la nobiltà feudale si sentiva sotto attacco, soprattutto nell’ascesa alle cariche pubbliche e statali.
Per la parte di storia che ci interessa, l’Albergo dei nobili fu un istituto tipico della Repubblica di Genova, sorto intorno al 1200. In città c’era una competizione esasperata tra nobili e mercanti a occupare edifici per affermare il proprio rispetto e potere. I nobili delimitavano nuovi quartieri mentre i mercanti ne occupavano altri per arginarli. Così nacquero gli Alberghi dei nobili, che nel tempo divennero centri influenti sul governo di Genova. Per questo agli inizi del Millecinquecento il principe Andrea Doria fissò il loro numero massimo a ventotto, per frenarne il crescente potere. Ma nel 1528 la nobile famiglia Ravaschieri si aggregò al prestigioso Albergo dei Fieschi di Genova e aggiunse Fieschi al loro cognome e si chiamarono dall’ora in poi Ravaschieri Fieschi, creando così un nuovo casato!