

Lina era molto bella. Capelli biondi avvolti in candidi nastri. Occhi azzurri di infinita dolcezza. Già piccolissima parlava il francese, sapeva leggere ed era molto erudita. Per questo destava grande ammirazione, complimenti e lodi degli adulti. La fanciulla era inoltre sempre accolta con rituale riverenza, perché era la figlia del V duca Vincenzo e della nobildonna Teresa Filangieri. Quella splendida bimba era la futura erede del prestigioso casato dei Ravaschieri Fieschi! Incredibilmente aveva portamento e raffinatezza aristocratica, nonostante la sua tenera età. E ciò destava rispetto e accondiscendenza in chi incontrava la piccola nobile.
Molto delicata di salute, poi gravemente ammalata e in sofferenza e dolore, Lina si vedeva raramente a Roccapiemonte se non tra le accoglienti mura del palazzo ducale. Talvolta accompagnava la madre per case e villaggi nelle frequenti visite di carità. Tutti sapevano che era molto devota nell’amore per Cristo e la Madonna. Qualcosa di profondo e mistico, incomprensibile talvolta, ma percepito intensamente dal popolo rocchese come testimonianza di immensa fede.
Dio come sublime attivatore di carità. Perché non smetteva mai di incitare la Duchessa ad occuparsi di poveri e bisognosi. E dopo la prematura morte fu costante ispirazione amorevole alla mamma per aiutare gli altri.