

Un giorno la sua educatrice Paolina Craven le disse: I miracoli nascono dalla preghiera e dalla fede! E quando furono in viaggio verso la Basilica di Materdomini, Lina intraprese con lei un colto dialogo teologico sull’importanza di quella visita alla Madonna, destando grande sorpresa dei passeggeri in carrozza. Questo è uno dei tanti episodi che mettono in evidenza il profondo sentimento religioso di Lina Ravaschieri, che meravigliava soprattutto per la sua giovanissima età e l’intenso misticismo! Ma Lina leggeva assiduamente e studiava con attenzione testi sacri e libri di fede, non mancava mai la messa e si raccoglieva costantemente in preghiera ogni giorno. Un fortissimo desiderio di contemplazione e trascendenza in Dio che l’accompagnò per tutta la vita.
Quando la malattia divenne inesorabile, visse questa condizione con grande serenità d’animo, consapevole che il suo destino fosse quello di accedere a qualcosa di immensamente grande e superiore. Ciò era percepito da Teresa Filangieri, che pur nel suo flagellante dolore di mamma, la descriveva come un’anima ansiosa del Cielo, perché consapevole del breve passaggio su questa terra verso il Paradiso. E così Monsignor Borrelli descrisse infine Lina: Quando cominciava a sorriderle la giovinezza, il fiore piegò la sua corolla. Eppure quella morte generò vita.