Il tramonto a Ischia era magico. Diamanti di spuma. Smeraldi d’acqua. Pace nel sole che si inabissava all’orizzonte. Lina a piedi nudi sulla riva. Sentiva scintillare il tempo. Un eterno sogno. Si rilassò. Ascoltava fremere la vita accanto a sé. E come in uno specchio, il mare! Contemplava il volgersi delle onde bianche che rotolavano in un immenso deserto. Non riusciva a comprendere. È l’eternità? La felicità? In quel mare azzurro nell’evanescente disco scarlatto? Oppure quelle lontananze nascondevano amarezza e dolore? Tutto passava? Come i fiori bellissimi delle onde tremule? Irrequietezza nel suo spirito!
Per fuggirne l’insidia tornò fanciulla. A giocare sulla sabbia ancora calda. Piccole conchiglie. Pietre colorate. Impalpabili granelli. Come in una clessidra che consuma un tempo che ha fine. In lontananza echi scivolosi. Paolina e Teresa la raggiunsero. Le narrarono dell’incontro di Ulisse e Nausica su lontane spiagge. Ma Lina domandò: Era lo stesso mare?