

Nel Milleduecento ci furono due papi della Chiesa di Roma che trassero origine dai Fieschi di Genova.
Innocenzo IV fu eletto nel 1243 e indisse subito una crociata per la Terra Santa. Poi si prodigò nella missione evangelica inviando numerosi preti in molti paesi asiatici, addirittura fino alla lontanissima Mongolia! Ma in Italia fu vigile monarca e mantenne integro lo Stato Pontifico dalle mire imperiali scomunicando senza esitazione sia Federico II sia Corrado IV.
Invece suo nipote Adriano V ebbe una lunga carriera come cardinale e diplomatico della Santa Sede in tutta Europa. Tuttavia non senza rischi e imprevisti, perché fu improvvisamente imprigionato nella Torre di Londra durante estenuanti trattative diplomatiche tra il Regno d’Inghilterra e la Sede Pontificia di Roma. Ormai anziano e stanco assurse al prestigioso Soglio Pontificio nel 1276. Fu eletto come papa di transizione, per accomodare attriti e conflitti esacerbanti con gli imperatori medievali, in attesa di Pontefici più incisivi. Infatti morì quello stesso anno, lasciando una parentesi breve nella storia della Chiesa di Roma, dove fu papa per soli 39 giorni! Dante Alighieri nella Divina Commedia (Purgatorio, Canto XIX, vv. 88-145), incontra Adriano V sulla Quinta cornice dove egli espia la pena degli avari, poiché riconosce che fino a quel punto la sua anima piena di avarizia era lontana da Dio.
Nella splendida chiesa del Sanfelice a Roccapiemonte, nella cappella di sinistra, è presente una epigrafe marmorea che celebra i due papi appartenuti al nobile casato dei Ravaschieri Fieschi.