La malattia si fece più severa costringendo la dolce Azzurrina quasi sempre a letto. Di notte spesso piangeva. Voleva solo Teresa al suo fianco. La ricopriva di baci. Le teneva strette le mani. Era un sentimento che prendeva forza l’una dall’altra, una simbiosi d’amore: il dolore della mamma e la sofferenza della figlia. Ma entrambe generavano una sorprendente vitalità sacra, per superare disperazione e sconforto e sperare insieme in un nuovo giorno. La profonda fede in Dio rendeva tutto meno tragico per Lina. Intuiva che la grave malattia l’avrebbe condotta nel Regno dei Cieli, ma non era turbata e affranta. Forse è mistica trascendenza quella che fa parlare di morte una fanciulla con tanta serenità! E infatti salutando la sua cara Luisa che partiva, Lina le chiese: Se io morissi, porteresti il lutto per me?
In quelle settimane di maggio Lina era particolarmente assorta e silenziosa. Leggeva continuamente solo libri di preghiere e sacre scritture. Ma un giorno improvvisamente uscì da quello stato mistico e disse con gioia di volere subito un libro particolare sul suo scrittoio che tanto gli piaceva e amava! La mamma sorpresa ne chiese il motivo. E lei rispose: Perché oggi finiscono i miei quindici giorni di privazione e posso leggere cose divertenti! Quella fu la sua offerta di fede al mese della Madonna.