Il suo amico e illustre storico dell’arte Bernardo De Dominici così descrisse la figura di Ferdinando Sanfelice nella nota biografia a lui dedicata: È il nostro Sanfelice di statura alta e di robusta e proporzionata complessione, di color bianco, occhi negri, pelo biondaccio. È stato uno degli architetti più creativi del Settecento napoletano, lasciandoci magnifiche opere barocche. All’età di ventitré anni, secondo i protocolli dell’epoca per il consolidamento delle famiglie nobiliari, nel 1698 il giovanissimo Ferdinando Sanfelice sposò Agata Ravaschieri, ultimogenita del conte Antonio di Roccapiemonte.
Iniziò così la sua intensa relazione con la nobile famiglia dei Ravaschieri, dove fu sempre considerato con il massimo rispetto e spesso chiamato a essere consigliere e fiduciario d’importanti decisioni e volontà testamentarie riguardanti gli interessi del prestigioso casato rocchese, in quel periodo in forte ascesa. Infatti nel 1713 il primogenito del conte Antonio, il nobile Aniello Nicola Ravaschieri, fratello di sua moglie Agata e quindi suo cognato, divenne il primo duca di Roccapiemonte per volontà del re Carlo VI. E nel 1716 Ferdinando Sanfelice ebbe il famoso incarico di progettare la chiesa nel palazzo ducale da Giovanni Battista Ravaschieri conte di Carmiano, padre del conte Antonio e nonno di Aniello e di Agata.